Fra il 22 e il
23 Settembre inizia per il calendario
astronomico la stagione dell’Autunno.
Diverse culture la considerano un lungo periodo di transizione tra il Solstizio d’Estate (21 Giugno), in cui il
Sole ha raggiunto l’apice della propria luminosità, e il Solstizio d’Inverno
(21 Dicembre) che al contrario vede il massimo prevalere della notte sul giorno.
L’Equinozio
d’Autunno si trova nel centro esatto
fra i due estremi, segnando il punto ove le due polarità si incontrano prima di tornare a separarsi nuovamente. Come già accaduto
nell’Equinozio di Primavera (21 Marzo), la durata del giorno è uguale (equus) a quella
della notte (nox) e le loro energie irradiano in perfetto equilibrio. Questa volta però ci troviamo nell’arco calante del ciclo Solare, il che conferisce un grande significato
alla stagione autunnale: è infatti
il periodo che più di tutti induce alla riflessione
e alla valutazione consapevole di quanto
abbiamo costruito fin’ora. Le soddisfazioni
ottenute, quali progetti sono andati
diversamente dai piani primaverili, in cosa divergono, quali aspetti
di noi dobbiamo consolidare e quali
invece vanno scartati perché ci
sottraggono energie utili.
In Autunno dobbiamo
individuare i legami energetici logori che trattengono la nostra forza vitale per poterla liberare e riacquisire, proprio come le foglie
cedono la linfa all’albero da cui l’hanno ricevuta affinché resista al gelo
invernale. E’ il momento giusto per depurarci
dalle scorie accumulate nel primo semestre dell’anno, siano esse
fisiche, emotive, psichiche o spirituali. Questo processo coinvolge tutti i piani dell’essere, e due segni zodiacali in particolare ci forniscono
indicazioni su come svolgerlo: parliamo di Vergine
e Bilancia.
In alto, da sinistra: glifo della Vergine e Vesica Piscis. Sotto: campi arati |
La Vergine (23
Agosto – 23 Settembre) è l’ultimo segno estivo: durante la sua reggenza si vendemmia l’uva e si raffina il grano raccolto
tra luglio e agosto, liberando i chicchi dalle parti esterne grossolane; ancor
più importante, si dissoda il terreno per prepararlo ad ospitare le nuove sementi: ecco perché l’elemento
attribuito alla Vergine è proprio la
Terra.
La grafia del glifo
richiama i solchi paralleli lasciati
dall’aratro nel terreno, a fianco
dei quali giace un piccolo seme
pronto ad essere piantato. Un’altra interpretazione lo vede come il connubio
tra una M, dalla Mèm ebraica legata
all’acqua e al ventre, con una Vescica Piscis, simbolo femminile di
accoglienza e fecondità.
Questa visione suggerisce che se il primo semestre dell’anno è stato rivolto all’esterno (Primavera – inizio
dei propri progetti; Estate – espansione di Sé), i sei mesi successivi ci invitano a scavare in noi stessi per rinnovarci
dalle fondamenta: per farlo abbiamo bisogno di costruirci un quadro generale
delle componenti che più influenzano la nostra vita, come persone, eventi, obiettivi e
via dicendo. In secondo luogo dovremo considerare le scelte compiute fino a questo momento, riflettendo con sincerità sulle vere motivazioni per cui
le abbiamo intraprese. Particolare attenzione andrebbe posta su chi o cosa
hanno coinvolto, in che modo ma soprattutto quali conseguenze hanno prodotto, sia positive che negative: tutto questo
fornirà diversi spunti sugli aspetti
di noi che possiamo conservare,
quali vanno migliorati e di quali invece
dobbiamo liberarci. In quest’analisi
saremo supportati dall’archetipo della Vergine che dona accuratezza, oggettività e precisione; prestiamo solo attenzione a
non cadere nei classici difetti del
segno, cioè perfezionismo ed eccessiva
attenzione ai dettagli: rischiamo
infatti di rimanere bloccati sul
percorso per timore di non aver esaminato tutto abbastanza attentamente.
In alto: glifo e icona della Bilancia.Sotto: Sole che cala all’orizzonte |
Con l’Equinozio
d’Autunno si entra nel segno della Bilancia
(23 Settembre – 22 Ottobre), il cui
ricorda sia l’omonimo oggetto un Sole al
tramonto, quindi calante. Il
suo archetipo ci parla di armonia a
vari livelli: gli antichi lo associavano ai Reni, gli organi che hanno il compito di mantenere in equilibrio tutti i valori fisiologici
del corpo e regolarne l’adattamento ai cambiamenti esterni. La funzione di
mediatore è tipica dell’elemento Aria
al quale il segno appartiene.
Simbolicamente parlando è il momento giusto per bilanciare gli aspetti individuali e di relazione della nostra vita; la chiave sta nell’attribuire una scala di priorità ai singoli elementi,
così da decidere quanto tempo ed energie dedicare a ciascuno di essi.
Molto spesso, ad esempio, vediamo sfumare i nostri progetti per aver indugiato
eccessivamente su questioni di poco valore anziché sui veri punti essenziali. Oppure al contrario
ne portiamo avanti troppi in parallelo senza dar loro un ordine di importanza,
finendo per non concluderne nessuno.
Lo stesso avviene nei rapporti interpersonali, quando rispondiamo indiscriminatamente all’appello di chiunque richieda la nostra
attenzione: il risultato logico è di trovarci senza risorse quando ne abbiamo bisogno, o di non averne a
sufficienza per assistere chi è importante
per noi o versi in seria difficoltà.
Essere dispersivi,
concepire soluzioni creative ma poco realizzabili, curare l’estetica penalizzando il pragmatismo e perdersi nel mondo delle idee senza concretizzarle sono alcuni
degli aspetti insidiosi della Bilancia dai quali dobbiamo guardarci
con attenzione.
D’altro canto, il suo influsso positivo ci insegna l’arte della giusta misura, ossia cercare un rapporto equilibrato tra tutte le istanze che ci vedono coinvolti, imparando
a capire quando possiamo cedere spazio
e quando invece è necessario conquistarlo
o saperlo mantenere prima di
scivolare in qualunque eccesso.
E’ proprio in vista del lavoro autunnale di stabilire e armonizzare le proprie priorità
che ho pensato di proporre una miscela
d’incenso e una breve meditazione
proposta da John Matthews nel suo libro “Sciamanesimo Celtico” (ed. L’Età
dell’Acquario).
L’incenso si compone di:
- 2 parti di Sandalo Bianco
- 1 parte di Mirra
- 1 parte di Benzoino di Sumatra
- ½ parte di Dammar
- ½ o ¼ parte di Patchouli
Pestare tutti
gli ingredienti in un mortaio e poi bruciare
a pizzichi sul carboncino prima dell’esercizio, se si gradisce anche
durante. Le dosi possono essere cambiate a piacimento, naturalmente, e gli
ingredienti che mancano possono essere sostituiti o semplicemente tralasciati.
Il diagramma della
vita:
Scegliamo un luogo
tranquillo, in cui ci sentiamo a nostro
agio, e in cui abbiamo la possibilità di rimanere indisturbati per almeno 15-20 minuti o per il tempo che
desideriamo dedicare a questa pratica. Se ci fa piacere, possiamo abbassare le
luci e accendere una candela quale
simbolo della nostra energia che ci proponiamo di equilibrare. Da essa accendiamo il carboncino che posizioneremo nel brucia incenso: se non abbiamo la
candela possiamo accenderlo con la fiamma di un accendino, un fiammifero,
eccetera.
Bruciamo un
pizzico o due dell’incenso che
abbiamo preparato, così che il suo fumo aromatico si diffonda gradualmente
nell’ambiente. Lasciamo che ci radichi
nel presente sciolgiendo le preoccupazioni per il futuro. Ci trasmette pace, obiettività e ci mette in contatto
con la fonte della nostra forza.
Cerchiamo ora di rilassarci, seduti o sdraiati, rendendo regolare il respiro; quando ci sentiamo pronti immaginiamoci dinnanzi all’ingresso di una caverna, oppure sul limitare di una radura all’interno di un bosco. Entriamo nell’apertura o camminiamo verso il centro dello spiazzo: l’atmosfera che regna è calma e immobile. Camminiamo fino a giungere in un punto in cui sentiamo di poter guardare la nostra vita in modo obiettivo.
Cerchiamo ora di rilassarci, seduti o sdraiati, rendendo regolare il respiro; quando ci sentiamo pronti immaginiamoci dinnanzi all’ingresso di una caverna, oppure sul limitare di una radura all’interno di un bosco. Entriamo nell’apertura o camminiamo verso il centro dello spiazzo: l’atmosfera che regna è calma e immobile. Camminiamo fino a giungere in un punto in cui sentiamo di poter guardare la nostra vita in modo obiettivo.
Tutto intorno visualizziamo la presenza di pietre sparpagliate sul terreno, e
ognuna reca un simbolo (inciso,
dipinto, in rilievo,…) ricollegabile in qualche modo al lavoro, al partner,
agli amici, ai nemici, alle speranze e ai desideri… tutti elementi che formano un “modello”
della nostra vita.
Iniziamo a raccogliere
le pietre, una per una, e riflettiamo
senza fretta su ciò che questi blocchi di edificio rappresentano per noi. Come vediamo
i nostri rapporti? Il lavoro? I figli (per chi li ha)? Cosa cambieremmo se ne avessimo la possibilità? Quali sono i nostri
desideri e le nostre ambizioni, e quanti ne abbiamo realizzati fin’ora? Consideriamo ogni
pietra, soppesiamola fra le mani,
sentiamo se è in equilibrio oppure se sembra voler rotolare, girarsi, eccetera.
Adesso, prendendoci
tutto il tempo necessario, iniziamo
a disporre le varie pietre in uno schema che ci piace. Può sembrare facile, ma ci scopriremo a
trascorrere molto tempo spostando ciascuna da un posto all’altro prima di stabilire i rapporti esatti. Prestiamo
particolare attenzione a quali sono facili
da posizionare: forse le fondamenta?
Quali sono in posizione centrale
nello schema? E quali stanno all’esterno?
Quando abbiamo finito (concedendoci un ragionevole lasso
di tempo) studiamoci lo schema
finchè non diventi completamente familiare.
Osserviamo la maniera con cui certe pietre sono in rapporto fra loro, il modo
in cui alcune sembrano meno importanti di altre. Poi, con molta attenzione e lentamente, ritorniamo allo stato di coscienza ordinario e disegnamo lo schema in un quaderno,
riportando i simboli come li ricordiamo e/o scrivendo a parole ciò che essi
rappresentano.
Conserviamo il
disegno per alcune settimane; se e quando necessario ripetiamo la meditazione e osserviamo se e come si è modificato. Che seguiamo o meno lo
schema realizzato, abbiamo compiuto un importante passo verso la comprensione
della struttura della nostra vita.
Può darsi che impieghiamo più energia del necessario in certi aspetti della
nostra vita, e meno in altri; è una questione di equilibrio, che dobbiamo per forza affrontare se ci proponiamo di
seguire un cammino interiore.
A conclusione dell’esercizio vorrei sottolineare che per
me questa meditazione non prevede risultati giusti o sbagliati: stiamo riflettendo sugli elementi che compongono la
nostra vita in questo preciso momento, con le esigenze
particolari che comporta. Ci saranno periodi
in cui il lavoro è al primo posto, altri
in cui sono gli amici o i familiari a meritare tutta la nostra attenzione,
altri ancora in cui sentiremo il desiderio di creare o consolidare una coppia. Non c’è nulla di male nel
concentrarsi a risolvere uno o pochi aspetti alla volta per un certo
periodo, mettendo qualcos’altro temporaneamente in secondo piano: questo è il senso e l’efficacia di stabilire le
proprie priorità.
L’equilibrio è
un processo dinamico composto da molte forze diverse che si manifestano con tempi
e ritmi diversi: quando sentiremo di aver bisogno di un nuovo schema, possiamo
sempre ripetere la meditazione e
ridisegnarlo a seconda delle nostre esigenze, così da ripristinare l’armonia.
-Eraldo